Il colore immaginario
the imaginary colour
Spettro Visibile / Visible Spectrum
L’installazione scientifica realizzata da Pierangelo Russo per Fucsina, in collaborazione con il prestigioso Centro Ricerche Enrico Fermi di via Panisperna in Roma si pone in continuità con la finalità educativa dei primi interventi de “La Via Del Colore”. Se il “CMY Bridge” a Robecco sul Naviglio invita l’osservatore a riflettere sull’importanza del magenta quale colore primario sottrattivo nella stampa, la scatola magica che è qui è al centro della scena svela un fatto davvero sorprendente.
Dal punto di vista fisico, il magenta, non è infatti presente nell’arcobaleno (il più elementare esempio di scomposizione della luce bianca). Questo perché ad esso non è associata alcuna lunghezza d’onda “pura” in grado di attivare, all’interno del nostro occhio, le strutture biologiche fotosensibili dei coni, che trasferiscono al cervello la percezione dei colori. Esistono infatti tra famiglie di coni, ciascuna di esse deputate a riconoscere le particolari lunghezze d’onda associate al rosso (R), al verde (G) e al blu (B), secondo il noto modello “RGB”, tipico anche degli schermi di tv, computer e smartphone.
Tutti gli altri colori possono essere ottenuti a partire dalla sovrapposizione di fasci di luce rossa, verde o blu (definiti in questo caso colori primari “additivi”), con il cervello che esegue una media aritmetica tra le rispettive lunghezze d’onda. Il meccanismo funziona perfettamente tranne in un caso: mixando un fascio di luce rossa e uno blu (con conseguente attivazione dei relativi coni), la matematica dovrebbe restituire il verde ma siccome i coni “verdi” non si sono attivati ecco che allora
il nostro cervello risolve l’apparente contraddizione e si inventa il magenta, un vero e proprio colore “immaginario”.
Progetto a cura di Pierangelo Russo e di Fucsina, dipartimento Exhibitions
Un ringraziamento speciale a Claudia Chiolerio.
The scientific installation realised by Pierangelo Russo for Fucsina, in collaboration with the prestigious Enrico Fermi Research Centre in Via Panisperna in Rome, is in continuity with the educational purpose of the first “La Via Del Colore” interventions. If the “CMY Bridge” in Robecco sul Naviglio invites the observer to reflect on the importance of magenta as a primary subtractive colour in printing, the magic box that is centre stage here reveals a truly surprising fact.
From a physical point of view, magenta is in fact not present in the rainbow (the most basic example of the decomposition of white light). This is because there is no “pure” wavelength associated with it that is capable of activating, within our eyes, the photosensitive biological structures of the cones, which transfer the perception of colours to the brain. There are in fact between families of cones, each of which is dedicated to recognise the particular wavelengths associated with red (R), green (G) and blue (B), according to the well-known “RGB” model, also typical of TV, computer and smartphone screens.
All other colours can be obtained by overlapping beams of red, green or blue light (called ‘additive’ primary colours in this case), with the brain performing an arithmetic average between the respective wavelengths. The mechanism works perfectly except in one case: by mixing a beam of red and a blue light (with consequent activation of the relative cones), the mathematics should return green, but since the “green” cones have not been activated, our brain resolves the apparent contradiction and invents magenta, a true “imaginary” colour.
Project curated by Pierangelo Russo for Fucsina, Exhibitions department
A special thanks to Claudia Chiolerio